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La prima volta non si scorda mai!

 
Post #1


La prima volta non si scorda mai!Ero giovane e pieno di energia positiva, con la mente proiettata verso un futuro che mi ero già promesso di riempire di esperienze ed emozioni, per rendere la mia vita un articolata sequenza di ricordi intensi e non una mera esistenza.Lavorando duramente come garzone per tutta l'estate, ero riuscito a organizzarmi un lungo viaggio in Sudamerica per i tre mesi invernali del nostro emisfero che, trasferendomi dall'altro lato del Mondo, avrei trascorso nel caldo dell'estate australe e rincorrendo gioie e avventure lungo le coste del Brasile.Inutile ora raccontare di come sin dal primo istante, appena uscito dall'aereo, fui travolto dal calore di quella terra, e di come subito poi confermarmi la leggendaria promiscuità spontanea e sorridente della sua popolazione. Non ci volle molto a ritrovarvi, pur se arrivato da solo, coinvolto in feste, festini e serate senza fine dove sesso e passione non hanno mai lasciato la mia pelle e il mio sangue.Raramente mi svegliavo nel letto della stanza che avevo affittato a pochi passi dal mare e solo grazie a quell''energia unica che ritrovavo negli occhi delle persone e nei suoni che mi circondavano, riuscii a sopravvivere ai primi due mesi di delirio vacanziero.Arriva a metà dell'ultimo mese di vacanza quasi stremato, ormai quasi immune anche alle comunque costanti tentazioni che le spiagge brasiliane mi offrivano e quasi svogliato nell'andare a trascorrere chissà quale serata di samba e bisboccia, pur se certo ormai di finire tra fiamme di passione alte come il Cristo Rendentore.Una sera mi trovai un posticino tranquillo, mandai qualche messaggio alle varie compagnie che mi ero creato dicendo che li avrei raggiunti più tardi, perché volevo godermi un tramonto silenzioso dopo tanti passati al suono di tamburi e risate.E fu lì che in quell'oceano di corpi seminudi che mi passavano davanti senza ormai neanche colpirmi per la loro estrema diffusione e disponibilità, che vidi quella ragazza che avrebbe cambiato la mia vita.Era mora, dai lineamenti estremamente dolci e caldi, con delle forme sinuose e agili che sapevano di ribellione indomabile. Era ferma e guardava verso il sud della costa, con una brezza che le sollevava la chioma mossa e lucente che mi ipnotizzò. Aspettava qualcuno e mi permisi di guardarla come se ci fosse solo lei davanti a me, giocando con le linee delle sue curve formose su un corpo molto esile e non accorgendomi che dopo poco, anche lei aveva cominciato a guardarmi.Mi imbarazzai un po' nel farmi trovare con gli occhi piantati sul quel suo culo fantastico, ma vedendo come lo mostrava fieramente nascosto solo da un filo delicato ed esile, mi resi conto che non doveva dispiacerle trovarci degli occhi piantati sopra.Con un sorriso e un cenno al mio drink lei si guardò intorno sorridente e, con le spallucce tipiche di un disimpegnato "perché no", si avvicino a me. Il suo profumo era penetrante e buono, il suono della sua voce caldo e suadente, mi perdevo già nei suoi occhi e mi stupivo di quanto il mio corpo mi implorasse di saltarle addosso e fotterla li sul posto, nonostante quel giorno avessi scopato già due volte con due ragazze diverse, tipico di una giornata media in quella mia vacanza. Finimmo inevtabilmente a ballare, attratti da una musica lontana che proveniva da un chioschetto sulla spiaggia. Chi è stato in Brasile, al di là dei luoghi comuni, sa come il ballo trasmetta sensazioni sferzanti per l'anima e per la passione che ognuno di noi ci racchiude, e lei non ebbe pietà di me, strusciandosi e allontanandosi, fissandomi con i suoi occhi neri e ammaliandomi con le sue ondeggianti curve perfette. Mi sembrava una pantera nel corpo di un unicorno, e capii dopo' perché questa immagine metaforica si presentò nella mia testa mentre ballavo con lei e, all'ennesimo avvicinamento danzante in cui le nostre labbra si sfioravano, cominciammo a baciarci golosamente e profondamente.Sentii una fiamma indomabile invadermi le vene e senza mezzi termini, anche perché era un po' che ballavamo, le feci sentire tra le chiappe tutta la voglia che avevo di andarmene da solo con lei da qualche parte. Come solo in Brasile succede, l'intesa fu immediata e ci incamminammo verso la mia stanza mentre ad ogni bacio il suo sguardo si faceva sempre più particolare, tra il curioso e il divertito ma anche leggermente preoccupato.La foga con cui lei mi travolse fu paradiso e inferno allo stesso modo. Mi schiacciò subito contro la porta che si era appena chiusa infilandomi tutta la lingua in bocca e l'attimo dopo, senza che io abbia avuto il tempo neanche di accendere la luce, il mio cazzo era scomparso nella sua gola. Non era certamente la prima volta, ma l'immagine di quel viso dolce e angiolesco che si strozzava tossendo sul mio cazzo mi fece girare gli occhi dalla bestiale voglia di fottere quella splendida ragazza. Le esternai la mia intenzione senza mezzi termini e con mio grande stupore mi sembrò di non percepire alcun entusiasmo alla mia proposta da lei che continuava a succhiarmi con una foga da cucciola affamata di latte. Cercai di staccarla ma senza forzare troppo, perché il mio corpo si rifiutava di interrompere quella gioia di pompino che stavo subendo. Fu allora che decisi di fottermene e di godermi tutta quella devozione, prendendola per la nuca e cominciando a sbatterla davvero forte in gola. In tutta risposta lei mi cinse il culo con le mani e, sculacciandomi e sculacciandosi, mi guardava con i suoi occhioni gonfi e lacrimanti mentre le abusavo l'esofago di cappellate. Quando le pulsazioni e miei muggiti cominciarono ad annunciare il mio sguardo, lei si stacco' con forza dicendo che non voleva ingoiare, cosa che apprezzai, e subito dopo si fiondò sulle mie palle e sul mio buco del culo mentre le sue mani scorrevano impazzire lungo l'asta e spremendo la cappella come un mandarino. Quell'improvviso cambio di stimolo e le sue slinguate mi fecero tremare le gambe e mi mozzarono il fiato, quando i miei fiotti improvvisamente esplosero sulla faccia di lei, sorridente e ansimante come una odalisca assetata nel deserto, lordandola fino alle spalle e ai seni. Fu splendido vederla sotto di me che ancora non voleva lasciare il mio cazzo, incurante dello scempio di sperma che le sfigurava il volto e anzi palesemente eccitata e quasi fiera della sua condizione di sborratoio a cielo aperto. Feci per portarla sul letto anche perchè le gambe mi tremavano ma lei si ritirò nel bagno di corsa e mi lasciò solo, per un po', ad aspettarla. Sentii l'acqua scorrere ma il risciacquo da pulizia del viso si interruppe poco dopo, dandomi l'impressione che lei stesse ferma nel bagno. Decisi, incredibilmente ancora duro dopo la sborrata roboante di poco prima, di entrare nel bagno e fottere quella strafica senza ritegno, senza aspettare, con l'intenzione di farle sentire tutta la prepotenza della mia virilità.E fu li che mi si gelò il sangue, con una sensazione di paura che si trasformo presto in una consapevole curiosità che finalmente era libera di tempestare la mia mente. La ragazza esile dagli occhi dolci e forme morbide sul corpo da libellula che mi aveva fatto fremere come un preadolescente al suo primo orgasmo, era seduta sulla tazza a gambe aperte, con gli occhi girati e la bocca aperta, mentre a due mani si stava segando il cazzone che le spuntava impietoso dal perizoma che, in effetti, non mi aveva mai concesso di togliere durante quella sua aggressiva pompa di prima. Fui paralizzato da quell'immagine e non seppi che dire in quell'istante in cui lei ancora non si era accorta di me. Ma capii immediatamente che la mia paralisi non era affatto dovuta a bigottisimi, moralismi e men che mai ad alcuna omofobia. Ero decisamente sopreso da quell'immagine così femminile e improvvisamente interrotta dalla prepotenza della sua erezione inaspettata e basito da quanto guardarla masturbarsi con quella foga e indecenza mi piacesse. Quando lei mi vide si fermò sgranando gli occhi e accennò a chiedermi scusa, fermandosi. Mi affrettai con decisa dolcezza a dirle di stare tranquilla, che era inevitabilmente bella e che non ero affatto scontento o arrabbiato, se non per il fatto che così facendo, mi stava rubando il piacere di farla godere.Le spiegai che io sono uno che non sa essere soddisfatto a meno che la partner non goda come una matta, che sono un appassionato di sesso anale a livelli patologici, e che per la prima volta nella vita, guardando lei, avevo capito che ciò che abbiamo tra le gambe non definisce assolutamente la nostra sessualità e men che mai ci può condizionare rispetto a ciò che ci eccita e fa godere.Le dissi senza mezzi termini che non l'avrei mai fatta uscire finchè non avessi potuto farla godere, che la volevo veder sborrare come una pazza e fotterla senza ritegno in quel culetto che mi aveva rapito sin dalla spiaggia. Lei non disse nulla e, rossa in viso e con le labbra carnose semi chiuse per abbandono verso il piacere, apriì le gambe mostrando un fiorellino stretto e chiuso, leggermente arrossato e umido per via di qualche dito incursore che poco prima lei si era infilata dentro nel masturbarsi. Fu un ulteriore conferma di quando uomini e donne siano simili, almeno quando il culetto è così tondo e liscio da far invidia ad una ballerina o una pallavolista. La sensazione che provai nel cominciare a pomiciare con il suo culo fu confusa, forte e terribilmente eccitante. Il suo odore era buono e pulito e mi inebriava fino al midollo mentre non riuscivo neanche a pensare di smettere di leccarla fuori e dentro, incurante del fatto che per la prima volta, mentre leccavo un buco di culo, il mio naso strusciava su un scroto ed era sovrastato da un cazzo lucido e rovente. Lei ansimava abbandonata al piacere mentre io provavo sensazioni gratificanti come non mai nel vedere che, una pulsazione dopo l'altra, il cazzo di lei che per lo spavento e imbarazzo si era ritratto, stava tornado a ergersi turgido e sempre più venoso. Sentii la voglia di succhiarlo ma me ne spaventai un po', forse perché tutto questo mix di emozioni improvvise mi stava mandando in tilt. Lei ricominciò a segarsi e mi parve di capire che stava per godere, cosa che probabilmente era sul punto di succedere quando io l'avevo interrotta poco prima. Le bloccai le mani e la guardai con occhi di fiamma, spiritati come quelli di un drogato che ormai non è più in sè.Mi confesso che stava morendo dalla voglia di sborrare e fu li che ebbi l'illuminazione. Conosco bene, benissimo come funziona un cazzo e voglio farla esplodere e svenire di piacere. La portai nel letto, la misi comoda e cominciai una lunga e paziente tecnica di massaggi e succhiate, di carezze e palpate, di inculate lente e lunghe o forti e veloci, alternandomi nelle pratiche e godendomi le sue suppliche di non fermarmi, fino ad arrivare a doverla legare per evitare che, ormai impazzita di voglia, si masturbasse e mi togliesse il divertimento.A quel punto mi presi tanto altro tempo per divertirmi a giocare con quel suo bel cazzo che nulla toglieva alla sua assoluta e inconfondibile femminilità. Era un po' più corto del mio ma un po' più largo, con una bella cappella pronunciata e piena che era un piacere baciare e massaggiare.Salivo dal buco del culo fino alla punta della cappella con lentezza spietata, a volte solo con baci con solo le labbra, frizzanti e rumorosi millimetro dopo millimetro, a volte con slinguate sinuose e madide di saliva che riluceva sull'asta e sulle palle, ormai gonfie e dure per la pressione dello sperma stipato dentro di loro. Poi tornavo ad accanirmi sul quel culo più buono e morbido di una fica con dita, lingua e cappellate sia dolci che dure, approfittando golosamente di quei momenti per baciare lei, bellissima e ormai mia, profondamente come fosse la mia amata. La inculai in tutte le posizioni possibili sempre stando ben attento a resistere e a tenerle il cazzo ben duro ma mai consentendole di venire. Lei aveva capito e mi avvertiva sempre con anticipo perché aveva capito il mio gioco. Poi tornavo ai lenti massaggi, raccogliendo le mani attorno alle sue palle e alla base del suo cazzo, scendendo con i pollici su perineo e strozzandole il pacco, scuotendolo e scoprendo la passionale sensazione di sbattersi un cazzo duro sulla faccia.. Fosse stato per me, non avrei mai interrotto quell'altalena fra le prepotenti inculate che imponevo al suo sfintere con le suadenti danze delle nostre lingue e dita sui reciproci cazzi. Ma ormai entrambi avevamo le palle in fiamme e i cazzi di marmo scuro per quella che ormai era diventata la necessità di sborrare. Mi sedetti di fronte a lei, entrambi a gambe aperte con i cazzi incrociati e scivolosi dei nostri umori. Le mani dell'uno sul cazzo dell'altra e le nostre lingue unite e congiunte senza tregua, mentre i fiotti a fontana di entrambi i nostri cazzi spruzzavano a fontana dalle nostre cappelle, arrivandoci in faccia e sporcandoci spalle, petto e cosce. Non so quanto rimasi in quel pantano di sborra con lei, continuando a baciarci e ridendo emozionati nel vedere che i nostri cazzi erano riusciti a calmarsi solo un po', ancora decisamente più che barzotti e pulsanti.. Per il resto della vacanza rimasi con lei, piangemmo quando me ne dovetti andare e rimanemmo in contatto per un po'. Sarebbe bellissimo raccontare che fu lei l'unica ragazza a farmi capire quanto è vario il mondo e a scardinare ogni pregiudizio e tutte le preimpostazioni sociali. Ma non fu così. Lei fu la prima, la più toccante e la più profonda. Avrei imparato a godermi anche altri aspetti del sesso, e mi ritrovo oggi a cercare negli occhi delle ragazze che incontro quella fiamma e quella potenza che mi ha cambiato la vita. .
17 Mayıs 2021, at 16:27
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