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Il centro massaggi orientale
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Il centro massaggi orientale
Il centro massaggi orientale. la seconda storia autobiografica del mio ebook L'IDRAULICO LE DONNE E IL SESSO Mancava un quarto alle venti quando squillò il cellulare mentre seduto sul divano cercavo qualcosa di interessante in TV. Era il signor Edoardo che mi chiedeva se potevo intervenire in uno dei suoi locali che aveva in fitto, esattamente dove c'era il centro massaggi orientale. Lo avevano avvisato che perdeva acqua da un bidet quando veniva utilizzato. Ci accordammo che sarei andato l'indomani mattina quando avrebbero aperto. Chiudendo la telefonata, rimasi a pensare. Ero curioso di sapere cosa avveniva veramente e che tipo di massaggi facevano, vista la fama che avevano altri centri massaggi simili. Il signor Edoardo mi aveva lasciato il cellulare dell'affittuaria in caso di necessità. Iniziai una ricerca su internet di quel numero. La conferma dei miei sospetti non tardò ad arrivare quando, tra i risultati della ricerca, notai che quel numero era associato ad un annuncio d'incontri. Pochi dubbi quando lessi: "Bellissima ragazza orientale, sexy, molto calda, labbra carnose, un corpo perfetto per soddisfare i tuoi desideri!..." L'indomani feci colazione al bar difronte e quando furono le nove vidi aprire la porta ed accendersi quell'insegna di led rossi con la scritta OPEN. Non avevo visto nessuno arrivare ma non capii se vi era una porta sul retro o vi dormiva già qualcuno dentro. Suonai il campanello e mi aprii una giovane ragazza vestita con un abito tipico della sua cultura. Bianco con un disegno floreale, in seta, collo alto, mezze maniche e gonna dritta e due spacchi laterali molto accentuati. Un indumento particolare che la rendevano davvero invitante. Anche se non parlava bene l'italiano, visto il mio abbigliamento da lavoro e la borsa degli attrezzi, capì subito che ero l'idraulico e mi accompagno in una delle stanze tra quelle presenti. Non vi erano finestre, una luce soffusa rossa, un lettino con sopra un rotolo di carta che serviva da lenzuolo. Su una mensola vi erano una serie di creme. Aprì la porta che vi era nella stanza e mi fece entrare nel bagno. La luce della finestra del bagno illuminò anche quella stanza adiacente. Vi era vaso, bidet, lavabo e vasca da bagno. Notai degli stracci bagnati accanto al bidet, li spostai e iniziai a smontarlo per sostituire il sifone con uno nuovo che mi ero portato. Lei rimase in piedi appoggiata alla stipite della porta a smanettare distrattamente al cellulare. Da quella posizione potevo vedere le sue gambe grazie a quello spacco accentuato. Sentii suonare al campanello e dopo qualche minuto bisbigliare. Non passò molto che quei bisbigli diventarono distintamente gemiti di una scopata. La sentii uscire dalla stanza e da lì a poco quei gemiti vennero coperti da una musica di sottofondo abbastanza alta. Tornò di nuovo nella stanza nella stessa posizione che aveva lasciato. Passò poco più di un quarto d'ora e il volume della musica tornò a quello di sottofondo senza alcun altro rumore particolare. Avevo quasi finito quando mi accorsi che da quando era rientrata non era più al telefono ma stava osservandomi sdraiato lì a terra. Gli feci un sorriso che ricambiò molto calorosamente. Aprì l'acqua del bidet per verificare che la perdita fosse riparata e raccolsi gli attrezzi nella borsa. Mi lavai le mani nel lavandino presente nella stanza, e lei strappo un po di carta da un rotolo porgendomelo per asciugarmi. Gli dissi che avevo finito il lavoro cercando di spiegargli che non avrebbe dovuto darmi soldi e che a saldare il conto ci avrebbe pensato il proprietario del locale. Non so se capi ma smisi di spiegarlo ancora, quando tra le sue parole ci furono quelle di sesso e gratis. Certo non sarei mai andato in quel centro o altrove per avere una prestazione sessuale a pagamento ma, in quel momento pensai, perché rifiutare se me stava dando gratis e tra l'altro meritava pure? Non saprei se definirlo pagamento in natura o approfittare della situazione ma non me lo feci ripetere due volte quando mi disse di spogliarmi e mettermi su quel lettino. Mi levai velocemente le scarpe antinfortunistiche e gli indumenti da lavoro che avevo addosso, poggiandoli su di uno sgabello lì vicino. Lei uscì qualche minuto probabilmente per avvisare che era impegnata con me. Avevo lasciato i box, visto che tra l'altro il fratellino la sotto non era ancora in erezione, ma disse di levarmeli e così feci. Si spalmò dell'olio sulle mani, forse più per riscaldarli, e iniziò un massaggio a largo raggio su tutto il corpo. Quando arrivò nell'interno coscia lo prese con entrambe le mani e chinando la testa se lo infilò in bocca. Sentì un brivido lunga la schiena, non so se si trattava del sangue che stava scendendo verso il pene ma iniziò ad indurirsi rapidamente nella sua bocca mentre mi stava facendo un pompino. Vista la repentina reazione si alzò e prendendo un profilattico me lo incappucciò con maestria e professionalità. Si slacciò quel vestito che la rendeva davvero luminosa e togliendolo solo in quel movimento mi resi conto che di sotto non aveva le mutandine e nemmeno reggiseno. Complimenti, pensai nella mia mente davanti a quel bel panorama. Aveva un seno leggermente cadente ma due capezzoli e due areole mammarie scure davvero enormi. La sua figa era tutta depilata e un filo di pancia che quel vestito nascondeva molto bene. Salì anche lei su quel lettino e indirizzandolo con le sue mani lo infilò tutto in quella sua figa calda e bel dilatata per ovvi motivi. Iniziò a cavalcarmi con maestria mentre quei seni sbattevano sul suo petto. Si vedeva che ci sapeva fare e sembrava farlo con piacere. Per non farmi venire subito, cambiò diverse di posizioni. Quando eravamo nella classica posizione doggy-style o meglio conosciuta come a pecorina, gli chiesi se potevo metterlo anche nel lato b, ma dicendomi di no istintivamente si ritrasse per sicurezza. A parte questa parentesi era evidente se ci sapeva davvero fare. Sembrava stesse eseguendo tutte le posizioni del kamasutra da manuale. Stavo quasi per venire quando si mise di spalle mettendo il suo sedere davanti i miei occhi. Sfilò via il profilattico e mise il mio pene di nuovo in bocca. Iniziò a succhiare intensamente mentre con le mani, stringendolo scorreva su e giù lungo l'asta sentii uno stiramento ai muscoli dal bacino in giù e lo sperma iniziò a uscire fuori. Invece di fermarsi continuò a succhiare lo sperma nella sua gola dai miei testicoli come se fossero dei vasi comunicanti da travasare. Non me resi subito conto ma era una sensazione unica. In quegli istanti che sembravano interminabili non riuscii più a capire nulla, perdendo letteralmente la cognizione di dove fossi e cosa stesse succedendo. Una sensazione di piacere assurda mai provata prima. Istintivamente dalla posizione supina su quel lettino, sollevai la schiena e mi aggrappai intorno a quel sedere stringendolo forte al mio petto quasi come se volessi trattenermi per non essere risucchiato nella sua gola. Strinsi così forte che forse la graffiai pure fino a quando non sentii nello scroto come il rumore del risucchio del lavello quando finisce di scaricare l'acqua. Alzò la testa e lasciò il pene ormai flaccido e stremato, mi guardò con un sorrisetto soddisfatto e andò nel bando lì accanto a sciacquarsi la bocca del mio sperma. Esausto mi lasciai andare disteso su quel lettino ed incominciai a realizzare che pompino mai provato prima mi aveva appena fatto da vera professionista del settore. Tornò dal bagno e si infilò con una sola mossa quel vestito bianco e salutandomi uscì dalla stanza aspettando che mi rivestissi. Contento ma veramente stremato lentamente mi rivestii, presi la borsa dei miei attrezzi e uscii anche io da quella stanza. Mi accompagnò aprendomi la porta e mi salutò con il solito dolce sorriso. Uscendo mi girai pochi istanti verso di lei per ricordarmi ancora il viso di chi ancora oggi aveva fatto il pompino con ingoio più bello della mia vita. |
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